martedì 12 gennaio 2010

REGIONALI 2010, INTERVIENE MARCO SAVELLI.


Ininterrottamente al governo dal post-tangentopoli (1995), il centro-sinistra marchigiano è a un punto di svolta. Pur in mezzo ad evidenti contraddizioni quali l’attenzione privilegiata riservata ad alcuni territori rispetto ad altri in termini di infrastrutture e servizi, in questi quattordici anni, l’azione del governo regionale è risultata positiva soprattutto in materia ambientale e di welfare, anche grazie al contributo di Rifondazione Comunista; ora, però, la crisi economica
che sta colpendo violentemente il sistema produttivo marchigiano rischia di mandare in frantumi un equilibrio complesso e difficile che ha garantito fino ad oggi giustizia sociale, equità fiscale e tutela del lavoro.
La chiusura di stabilimenti strategici, soprattutto nell’ascolano, e la crisi della meccanica nell’anconetano e nel pesarese rischia da un lato di mettere in ginocchio un modello economico (il tanto celebrato “modello marchigiano”) e dall’altro di inceppare pesantemente un modello di relazioni sociali in cui vitale resta il rapporto tra sistema produttivo, territorio e comunità locali.
Di fronte alla crisi il tentativo, da parte del governo regionale, è stato quello di contenerne gli effetti più perversi con un’azione impegnativa e coerente sul
fronte degli ammortizzatori sociali, azione che, a tutt’oggi, ha mitigato in alcuni territori le conseguenze più nefaste generate dalla perdita di una sicurezza sociale garantita da generazioni.
Ora tutto questo, secondo Rifondazione Comunista, non basta più! Occorre passare da un’azione di mera resistenza ad un’azione offensiva della Regione sulla crisi che preveda l’allestimento di strumenti efficaci che garantiscano la possibilità di un intervento diretto dell’istituzione regionale nella gestione e nella proprietà (transitorie) di alcune aziende in crisi, non per assenza di mercato, ma per volontà speculative conseguenti a scelte di delocalizzazione perseguite dai loro padroni.
Per fare ciò occorre un nuovo centro-sinistra nelle Marche in grado di misurarsi non solo in termini assistenziali e lenitivi nei confronti della crisi del sistema produttivo. La risposta del Partito Democratico, a tutt’oggi, pare, invece, quella dell’ancoraggio ai dogmi del liberismo in salsa marchigiana e dell’apertura di credito ad una formazione –l’Unione di Centro- in forte sintonia con interventi meramente “correttivi” sul sistema economico regionale nell’illusione dell’immortalità del modello ad esso connaturato.
Forte di uno sbarramento di coalizione molto alto (5%), con un centro-destra in confusione, ancora senza candidato alla presidenza, il PD marchigiano è profondamente convinto che, anche con un’intesa di basso profilo con i centristi dell’UDC, Rifondazione Comunista, stante la sostanziale latitanza del resto della sinistra, si accoderà pur di non mettere a rischio la propria presenza istituzionale in Regione. Noi, invece, abbiamo sempre sostenuto la necessità di un’intesa forte tra le forze dell’attuale maggioranza per poi verificare eventuali compatibilità tra i contenuti di questa intesa e quelli dei centristi, ammesso che ne abbiano.
Si apre una settimana decisiva in cui i nodi verranno tutti al pettine. Quello che è certo è che non abbasseremo la testa, tanto più dopo la buona Conferenza programmatica regionale di Rifondazione Comunista tenutasi a Senigallia il 13 dicembre!

MARCO SAVELLI
SEGRETARIO REGIONALE PRC

Nessun commento: