
Quando nel precedente mandato si avanzò l’ipotesi di decidere subito una linea chiara sul secondo casello, Rifondazione si schierò per decidere e gli altri gruppi di maggioranza preferirono rimandare. L’ex assessore comunale all’ambiente, Michele Gambini, in cinque anni di mandato non ha mai menzionato pubblicamente la questione del secondo casello e, guarda a caso, quando si ritrova politicamente disoccupato, tira fuori dalla manica la carta del secondo casello a S.Veneranda scatenando una bufera mediatica che ha contribuito a confondere le idee di tutti.
La mia posizione e quella di Rifondazione Comunista sono state ben delineate e urlate fin troppo: no al casello a S.Veneranda! Le motivazioni di questa scelta sono ben riconducibili al forte impatto ambientale che ne deriverebbe e a un sistema d’infrastrutture stradali insufficienti ad accogliere il traffico in arrivo dal casello in una zona densamente popolata come la Celletta. E’ veramente assurdo sapere che in una città del centro-nord Italia, la consuetudine è di costruire prima le case, poi realizzare autostrade.
A mio avviso, qualsiasi urbanista con la coscienza pulita sa benissimo che due caselli a Pesaro non possono coesistere, visto che lo sviluppo della città è longitudinale mentre quello dell’autostrada è trasversale, quindi lo spazio di realizzazione di un eventuale secondo casello è da considerarsi un tabù.
Alessandro Panaroni
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