martedì 20 ottobre 2009

La strana ostinazione di Michele Gambini sul secondo casello


Quando nel precedente mandato si avanzò l’ipotesi di decidere subito una linea chiara sul secondo casello, Rifondazione si schierò per decidere e gli altri gruppi di maggioranza preferirono rimandare. L’ex assessore comunale all’ambiente, Michele Gambini, in cinque anni di mandato non ha mai menzionato pubblicamente la questione del secondo casello e, guarda a caso, quando si ritrova politicamente disoccupato, tira fuori dalla manica la carta del secondo casello a S.Veneranda scatenando una bufera mediatica che ha contribuito a confondere le idee di tutti.

La mia posizione e quella di Rifondazione Comunista sono state ben delineate e urlate fin troppo: no al casello a S.Veneranda! Le motivazioni di questa scelta sono ben riconducibili al forte impatto ambientale che ne deriverebbe e a un sistema d’infrastrutture stradali insufficienti ad accogliere il traffico in arrivo dal casello in una zona densamente popolata come la Celletta. E’ veramente assurdo sapere che in una città del centro-nord Italia, la consuetudine è di costruire prima le case, poi realizzare autostrade.

A mio avviso, qualsiasi urbanista con la coscienza pulita sa benissimo che due caselli a Pesaro non possono coesistere, visto che lo sviluppo della città è longitudinale mentre quello dell’autostrada è trasversale, quindi lo spazio di realizzazione di un eventuale secondo casello è da considerarsi un tabù.

Alessandro Panaroni

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