sabato 25 luglio 2009

Più incentivi per i lavoratori licenziati, in cassa integrazione o in mobilità

-COMUNICATO STAMPA- 16 LUGLIO 2009

Il nostro Paese sta subendo gli effetti di una crisi economica senza precedenti, che pesa maggiormente sulle fasce più deboli della società. I provvedimenti della manovra anticrisi presentati dal governo non sono sufficienti a sorreggere i redditi da lavoro dipendente e da pensione, né a sostenere la massa di lavoratori precari destinati al licenziamento. Infatti il decreto legge presentato dallo stesso governo parla chiaro: finanziamenti a palate per banche e imprese, briciole per cassaintegrati e disoccupati (e sorvoliando sul taglio delle pensioni in generale e dell’allungamento dell’età pensionabile per le donne).

Purtroppo la crisi non è un’invenzione dei comunisti, ma è una cruda realtà crescente anche nel pesarese. Secondo dati della CGIL di Pesaro-Urbino, nel primo semestre del 2009 la richiesta della cassa integrazione, da parte delle aziende locali, è aumentata in maniera sconsiderata superando l'astronomica cifra del 550% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; per quanto concerne la mobilità, questo spauracchio ha incominciato a mietere le sue prime e troppe “vittime”, lo testimoniano i 2.413 lavoratori della nostra provincia (140,8% in più del 2008) che ne devono subire le drammatiche conseguenze.

Le proposte dei lavoratori e dai sindacati sono state innumerevoli (la “settimana corta”, la cassa integrazione a rotazione, i contratti di solidarietà…) e, talvolta, sono state respinte o ignorate dagli imprenditori; ovviamente, da questo punto di vista, si conferma che gli imprenditori non sempre sanno guardare oltre il proprio orticello, non riconoscendo i problemi dei lavoratori dipendenti. In un contesto così drammatico è evidente come sia opportuno aprire un piano di iniziative di mutualità a favore di lavoratori e lavoratrici colpiti da crisi aziendali.

A tal riguardo le Giunte del Comune di Pesaro e della Provincia hanno il dovere di progettare soluzioni concrete per sostenere economicamente i soggetti interessati da questo fenomeno di recessione, perché crediamo che la solidarietà a favore di chi sta perdendo o ha già perso il lavoro non sia mai troppa. In questo quadro è utile un appello al mondo del commercio, in particolar modo alle associazioni di categoria non meno che alla grande distribuzione, affinché promuova forme di incentivo al consumo (con buoni sconto, magari in abbinamento ad una spesa alimentare con tetto massimo settimanale) destinati ai lavoratori licenziati e a quelli in cassa integrazione o in mobilità.

La solidarietà nei confronti di coloro che pagano a caro prezzo questa crisi sarebbe il presupposto per il mantenimento di un tessuto sociale su cui poter costruire una ripresa economica. Auspichiamo vivamente che questa proposta sia esaminata e resa concreta da tutte le parti chiamate in causa.

Rifondazione Comunista - Pesaro

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