domenica 21 dicembre 2008

Intervista al coordinatore provinciale


tratto da www.policity.it

PESARO - Alessandro Panaroni (foto), 26enne pesarese impiegato alla Scavolini e coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti, è il sesto intervistato della rubrica "Incontri" di Policity.it: infatti la sua intervista viene dopo quelle a Vimini, Andreolli, Di Domenico, Biagiotti e Mercantini.
Cinque domande secche con l'obiettivo di parlare, per sommi capi, del suo impegno politico nelle file della sinistra radicale.

1) Dove nascono le tue radici politiche e perché hai scelto di collocarti nell'area della sinistra più radicale.

Il mio interesse nei confronti della politica nacque intorno al quarto anno delle scuole superiori, quando incominciai a confrontarmi con professori e compagni di scuola su questioni inerenti la politica in generale, sfociando in un impegno all’interno della rappresentanza degli studenti del mio istituto. La mia collocazione in un’area appartenente alla sinistra radicale è una diretta derivante della mio visione “solidale” del mondo: in parole povere, credo che sia doveroso opporsi a certe politiche che tendono all’individualismo e a interessi personali che screditano valori importanti come il bene comune e il senso di appartenenza ad una comunità.

2) Che cosa rende un ragazzo di Rifondazione comunista renitente ad entrare nel Pd, che a livello locale è comunque espressione di un pensiero di sinistra, proveniente in gran parte dalle parti di Villa Fastiggi.

Premetto che il PD nasce come una forza di centro, una sorta di aggregazione tra ex comunisti pentiti ed ex democristiani, quindi il pensiero di unirsi a tale gruppo politico potrebbe far emergere non pochi problemi di natura ideologica. Dal dopoguerra fino agli inizi degli anni '90, Villa Fastiggi rappresentava un vero simbolo di sinistra, un’autorevole scuola di politica che formava rappresentanti degni del nome del Partito Comunista Italiano, ma allo stato attuale il nome di Villa Fastiggi è comparabile a un trampolino di lancio per aspiranti politici governisti. Ormai, a Pesaro, la definizione di sinistra è rilegata al solo nome di Rifondazione Comunista e ad alcuni movimenti cittadini.

3) A livello nazionale come vedi la situazione della sinistra estrema? Le ultime elezioni politiche sembrano avere delegittimato questa corrente di pensiero. Credi possano esserci ritorni di fiamma?

Dopo il terremoto delle ultime elezioni politiche, la sinistra sta vivendo una fase di ripensamento dei propri progetti politici. Ad esempio, nell’ultimo congresso nazionale di Rifondazione Comunista, che ha visto la deposizione dell’area bertinottiana, si è deciso di abbandonare i liderismi e di riprendere il dialogo con la base; tutto ciò dimostra chiaramente la rottura dall’esperimento della Sinistra Arcobaleno e l’avvio di una militanza che accoglie, in primo luogo, i problemi di quello strato sociale che sta pagando, a caro prezzo, la crisi attuale. Il ritorno di fiamma c’è stato! Lo abbiamo visto nelle ultime contestate elezioni regionali in Abruzzo, dove la sinistra radicale si è accapparata tre seggi e una percentuale di voto che superava il 7%.

4) Prova a tracciare un bilancio dell'amministrazione a Pesaro, alla vigilia dell'inizio del vero e proprio confronto elettorale.

Il termine “parziale” è il giusto aggettivo attribuibile all’amministrazione comunale. Il gruppo dirigente guidato da Ceriscioli ha saputo eccellere nel sociale, soprattutto nell’ambito delle strutture destinate a bambini e anziani, nella gestione della biblioteca San Giovanni e nella realizzazione del secondo tratto dell’Interquartieri pur essendo priva di una pista ciclabile. Ma i suoi “buchi” sono tanti e spero di essere il più sintetico possibile in questo elenco di lacune. Mancanza di un reale progetto per i giovani, urbanistica selvaggia non regolamentata a dovere (l’esempio più evidente), precarietà della mobilità pubblica, incapacità di rivitalizzare il centro storico - fatta eccezione per alcuni eventi -, superficialità in alcuni interventi preposti a migliorare il servizio sanitario locale e confusione immotivata sulla questione del casello autostradale, visto che la soluzione più plausibile è quella dell’unico casello in via dei Cacciatori, comoda posizione che collegherebbe dignitosamente la città.

5) Spiegaci come funziona l'attività del partito di Rifondazione comunista a Pesaro. Quali le vostre priorità, come vi ponete rispetto al territorio e ai suoi abitanti, come vi organizzate a livello giovanile.

A Pesaro Rifondazione Comunista vanta, tra le sue fila, uno dei consiglieri comunali più giovani e attivi come Rito Briglia, il quale, insieme al capogruppo Luciano Trebbi, è riuscito a scuotere la maggioranza e a vincere alcune battaglie non proprio care al PD. Ad esempio, tra le più importanti, possiamo ricordare quella dell’avviamento del reparto di riabilitazione intensiva, sorprendentemente inesistente fino ad allora, nonostante la legge prevista per gli ospedali con un bacino di abitanti pari o maggiore a 100.000. Tra le nostre priorità per il territorio, possiamo annoverare la difesa per l’acqua pubblica, un servizio che non può e non deve essere commissionato nelle mani di un’impresa privata; inoltre tra gli obiettivi è presente anche una regolamentazione dell’urbanistica, tema rovente in cui si dovranno impiegare molti sforzi. Per quanto concerne i giovani, Rifondazione Comunista possiede una delle giovanili di partito più vive della città: organizzano banchetti, cineforum, conferenze e descrivono le loro battaglie in un blog (http://gcpesaro.blogspot.com). I Giovani Comunisti li possiamo ricordare sempre in prima linea durante il periodo delle brutali aggressioni fasciste perpetrate nel nostro territorio, risultando nelle pagine dei quotidiani locali e intervenendo in Consiglio Comunale con un ordine del giorno presentato da Rito Briglia.

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