giovedì 16 ottobre 2008

11 OTTOBRE 2008: IL PUNTO DI PARTENZA DELLA NUOVA SINISTRA ITALIANA



L'11 ottobre 2008 è la data che sarà ricordata come la rinascita della sinistra italiana. Ebbene sì, stiamo parlando di quell'area politica che sei mesi fa ricevette una brutta batosta elettorale e, ora, ha avuto il coraggio di rialzarsi dal tappeto, malgrado gli sgambetti mediatici delle coalizioni politiche che siedono al Parlamento. Da piazza della Repubblica fino a piazza Bocca della Verità(capolinea della manifestazione) si sviluppava un corposo corteo, gremito di bandiere rosse con l'effige comunista e ricco di giovani e vecchi militanti di sinistra pronti al riscatto politico, ma allo stesso tempo si mostrava incredulo del “miracolo” che si stava adempiendo.
Analizzando la manifestazione di sabato scorso, tra le sue finalità primarie, oltre alla protesta contro le arroganti politiche padronali del governo Berlusconi, non possiamo escludere l'idea di un primo passo per ottenere la possibile unione dei due partiti comunisti (Prc e C.I.) dopo dieci anni di divisioni. Infatti la reazione mediatica convenzionale, successiva alla manifestazione, ha presagito un'imminente costituente comunista. Ad ingannare osservatori e commentatori di stampa e tv è stato quell'intreccio di migliaia di bandiere di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani che procedevano di comune passo verso un obiettivo condiviso e di facile approvazione per tutta la sinistra, ma (non so per quanto) di diversa presa di posizione politica.
Ratifico l'ex segretario Fausto Bertinotti quando, nell'editoriale de “il manifesto” di martedì 14 ottobre, citava una frase significativa di un articolo di Rossana Rossanda apparso poco fa sulle pagine del quotidiano cooperativo “Non credo che una sinistra possa dirsi esistente se di fronte alla più grossa crisi del capitalismo dal 1929 non sa che cosa proporre”. Le parti politiche della sinistra non possono e non devono farsi sfuggire questa opportunità che comporterebbe la reale ripresa del movimento di sinistra e, conseguentemente, la riconquista di quell'opposizione massiccia e costruttiva. In tal caso, la priorità consisterebbe nel riattivare spazi aggregativi e di dibattito come le case della sinistra e attuare azioni politiche che mirano alla difesa di precari, lavoratori dipendenti e disoccupati, prime vittime innocenti della grande crisi economica e finanziaria che si sta manifestando nel nostro Paese e nel cosiddetto mondo occidentale. Credo che la buona riuscita di un piano che diriga le sue attenzioni verso la direzione descritta, non tarderà a far maturare i suoi frutti scaturendo gli effetti desiderati all'interno della società.
Lasciando da parte le non poche difficoltà di questo progetto, le mie considerazioni personali mi portano a convincere positivamente che Rifondazione Comunista assieme ai Giovani Comunisti abbiano le possibilità e le dovute forze di compiere questa ricostruzione partendo dal basso, ascoltando e studiando i veri problemi che attanagliano quella grossa fetta di popolazione che non riesce ad arrivare a fine mese o, nel caso dei giovani, a formare una vita indipendente senza richiedere un apporto economico dalla famiglia.


Alessandro Panaroni

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