lunedì 14 luglio 2008

L'aggressione fascista e le strumentalizzazioni "carliniane"



Anche a Pesaro le aggressioni fasciste, dopo più di sessantanni, sono tornate di moda.


La vittima dell'ennesimo sfogo di violenza di stampo fascista è un innocente ragazzino di quattordici anni, "colpevole" di vestire una semplice maglia con la raffigurazione di un importante uomo politico dell'America Latina come il comandante Che Guevara.

Il quattordicenne era in sella alla sua bicicletta nei pressi dei giardini di piazzale Garibaldi, quando tre uomini sono scesi da una Fiat Punto nera e lo hanno scaraventato violentemente a terra, colpendo il povero ragazzino con calci e botte. L'aggressione avrebbe potuto ottenere un esito tragico, se non fosse per l'arrivo di qualche soccorritore accorso dalle grida disperate d'aiuto della giovane vittima, scaturendo la fuga dei tre probabili (secondo la Digos) militanti di estrema destra.

A peggiorare la situazione, a livello mediatico, e a consolidare la sua posizione di "istituzione locale di anti-sinistra", è la solita mediocre redazione pesarese de Il Resto del Carlino che descrive i drammatici fatti di sabato con questo breve articolo (clicca sul link). La frase che evidenzio e reputo come frutto di una cultura di strumentalizzazione per disincentivare l'incremento di posizioni di sinistra è questa: "...L’episodio ha lasciato sconcertati gli stessi inquirenti perché non era mai accaduto che casi di intolleranza per motivi politici vedessero vittime dei ragazzini che hanno l’unica colpa di vestire con effigi di cui nemmeno conoscono il risvolto storico."

Da cittadino pesarese, in primis, poi da militante di sinistra, dichiaro di essere stufo delle violenze perpetuate da bande di estrema destra che circolano in piena libertà nella nostra città, e sono offeso dai "commentini" maliziosamente politici di un organo di stampa locale, il quale dovrebbe assumere ruoli mediatici assolutamente apolitici, senza esternare propagande elettorali per una determinata fazione politica.

Alessandro Panaroni

2 commenti:

Jago ha detto...

A) Nessun organo mediatico dovrebbe pretendere la apoliticità, e nessuno dovrebbe pretenderla da esso. L'apoliticità è una mistificazione generata dal sistema liberale che astrae il soggetto e la sua espressione dalla costruzione economica dei rapporti sociali e dal conflitto di classe. In termini marxisti il concetto di apoliticità è una sovrastruttura. Nessuno è realmente apolitico, fingere è peggio che manifestare la propria appartenenza politica. Il Carlino è un organo della reazione, ed è bene che lo renda manifesto.

B) La frase del Carlino è in sé vergognosa, perché presuppone l'ignoranza del soggetto senza poterla dimostrare.

C) C'è un pericolo fascista in Italia, parte di un populismo crescente che ha anche altre forme, e risiede princpipalmente nel rifiuto a ragionare sulle questioni e nel rifiuto a controllare le proprie pulsioni bestiali; ogni qual volta un leader di piazza si rivolge alla pancia e trova una risposta nel popolo, invitandolo a smettere di porsi problemi e piuttosto ad agire, senza ragionare sullo scopo della sua azione, ne abbiamo un esempio. Il fascismo è larga parte della cultura del paese.

Jago ha detto...

B bis) Tralatro sarei stato curioso di conoscere l'opinione del giornalista che ha redatto l'articolo per il Carlino, nel caso che l'aggredito avesse manifestato senza tema di smentita la sua conoscenza della vita e delle opere di Ernesto Guevara.