mercoledì 21 maggio 2008

Brevi considerazioni personali

Presentarsi alle elezioni con l'insicurezza di un soggetto politico nuovo, come la Sinistra l'Arcobaleno, privo di linee guida che dettassero la vera posizione di questo partito-coalizione, evidentemente si è rivelato un fallimento dalle conseguenze catastrofiche. D'altra parte, sarebbe anche stupido scaricare la totalità delle colpe alla Sinistra l'Arcobaleno e all'assenza dei simboli che distinguono l'elettorato comunista; forse, il tumore della disfatta risiede tra i banchi di governo della passata legislatura, in cui la scialba azione dei rappresentanti di governo e parlamento di Rifondazione non è stata ben apprezzata dal popolo elettore.

Pare ovvio che sia assolutamente prioritario la possibilità di un cambiamento radicale nella dirigenza nazionale del partito che riguarda i singoli soggetti (in primis) e il terreno delle ideologie su cui PRC dovrà affondare le sue future radici. Se il partito si riconoscerà nei principi del socialismo, la questione del lavoro sarà fondante e le esigenze del lavoratore dovranno occupare una posizione primaria e di prestigio tra i programmi di Rifondazione. Se, invece, si svolterà per un partito delle “molte anime” (anti-sessista, ambientalista...), tesi sostenuta da Nichi Vendola, il concetto di comunismo sarà relegato a semplice corrente culturale.


Gli errori si pagano caro e questa volta PRC è stata penalizzata con l'uscita dalle due camere del Parlamento, ma il ciclo naturale delle cose ci insegna che dopo la distruzione arriva la ricostruzione, ovvero una rifondazione di Rifondazione. Da dove partire per far sì che ciò avvenga? Citando una frase di un intervento del compagno Savelli nell'ultimo CPF, bisogna RIPARTIRE DAI CONTENUTI, scartando la necessità primaria di essere subdoli ad una forza politica di maggiore entità come il Pd.


Alessandro Panaroni

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